ISTRUZIONE
Negli ultimi 20 anni, i vari ministri della istruzione e le loro politiche, hanno determinato l’erosione della qualità dell’Istruzione in Italia, sia nei contenuti sia nelle metodiche educative.
E’ constatabile un chiaro depauperamento della performance degli allievi, ai quali non viene richiesto un’elaborazione dei contenuti e delle competenze acquisite per mezzo di un pensiero critico. Eppure esso rappresenta l’espressione migliore per una giusta formazione dell’Uomo e del Cittadino partecipante della Vita pubblica.
La burocratizzazione della scuola, i programmi dispersivi ed estesi, la rendicontazione statistica di dati umani con la sola finalità classificatoria e sanzionante, la valutazione delle performances scolastiche che NULLA hanno a che vedere con la crescita educativa e formativa, hanno determinato fenomeni di alterazione dei processi e dei percorsi apprenditivi sia da parte delle scuole che degli alunni stessi.
In conseguenza di queste problematiche, ecco alcuni punti programmatici:
VALORIZZAZIONE DELL’INDIVIDUO
La scuola, come suo principio, deve partire dall’INDIVIDUO, valorizzando le POTENZIALITA’ e supportando il discente nelle sue criticità di tipo apprenditive, sociali, culturali per una giusta formazione dell’Uomo e del Cittadino partecipante della Vita pubblica.

Tutti siamo DIVERSI, quale valore positivo, e meritiamo un’attenzione adeguata e differenziata, perché se DIVERSI sono i punti di partenza, DIVERSI devono essere i punti d’arrivo con UGUAL significato sociale
VALUTAZIONE per la crescita del cittadino
E’ necessario mettere fine alla valutazione standardizzata secondo criteri rigidi e strutturati. L’alunno va valutato nelle competenze disciplinari, considerando il grado di socializzazione e le capacità relazionali, per formare un cittadino rispettoso di sé e degli altri e capace di inclusione personale e sociale.
INVALSI
Di conseguenza NO INVALSI.
Non è possibile proporre verifiche STANDARD che non considerino le situazioni della classe e dei singoli. Troppo facile creare batterie valutative che non considerino il lavoro fattivo e certosino di menti in crescita ed in evoluzione, espressioni di contesti sociali, familiari e contingenti, variabili nello spazio e nel tempo (Nord – Sud/ dall’ingresso a scuola in poi)
COMPOSIZIONE DELLE CLASSI
No classi –pollaio. Il rapporto discente-docente è delicato e solo con l’affettività è possibile mediare la cognitività. I rapporti umani necessitano di spazi adeguati, tempi adeguati e capacità relazionali non comuni. I docenti necessitano di Libertà di tempo per attingere dall’esperienza, dalla competenza e dalle loro creatività, per creare sistemi migliori per far veicolare le conoscenze e le competenze calzanti ed individualizzate per ogni alunno. I docenti sono menti appassionate, artisti del sapere e delle tecniche educative che meritano riguardo e rispetto.
DOCENTI
Per cui si necessita della Valorizzazione del ruolo docente quale professionista che cura l’individuo in tutte le sue espressioni apprenditive ; Libertà di scelta didattica a partire da Linee Guida condivise in TUTTA ITALIA. I docenti devono mirare alla formazione di INDIVIDUI LIBERI , capaci di PENSARE in maniera anche e soprattutto divergente e capaci di SCEGLIERE per il bene delle comunità tutta. Il RISPETTO del valore intrinseco della VITA e delle sue diversità va rafforzato, potenziato e protetto.
ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO
Inoltre sappiamo bene che l’idea di scuola come apertura alle aziende non aderisce alle aspettative formative né lavorative prospettate, per una scollatura e impreparazione delle agenzie scuola-lavoro fortemente inadeguate.
La Scuola prepara il cittadino partecipe della vita lavorativa futura. Il mondo del lavoro NON può attingere da un ecosistema così delicato quale “l’alunno in crescita” e conformarlo alle sue esigenze di mercato o aziendali. Il mondo del lavoro, che ha bisogno di giovani menti, braccia e competenze, necessita di una formazione comunicativa, didattica e pedagogica tali da permettere il transito dalla scuola al mondo lavorativo senza traumi o inutili forzature, potenziando ogni capacità ed energia degli alunni a secondo del loro percorso di studio. Gli insegnanti, in questi anni, hanno seguito migliaia di corsi di aggiornamento in materia e la qual cosa è oramai una pratica intrinseca della professione docente. Stessa cosa non è possibile dire delle agenzie scuola-lavoro.

INFRASTRUTTURE
E’ necessaria una rimodulazione dell’edilizia scolastica secondo le esigenze di una comunità così complessa ed articolata. Sicurezza degli edifici, degli impianti e dei laboratori operativi secondo un’ecosostenibilità che possa produrre lavoro ed essere essa stessa veicolo educativo principale.
COMPETENZE NON SCOLASTICHE
La legge119/2017 ha caricato di ulteriori responsabilità i dirigenti scolastici che, secondo la nostra visione, non competono al già difficile ruolo degli stessi. Le realtà scolastiche sono complesse ed articolate sia per problematiche territoriali che organizzative. Il dirigente, in continua difficoltà per reperire fondi continuamente decurtati alla scuola, deve, inoltre, contare su qualità relazionali tali da convogliare e direzionare gli sforzi con gli enti del territorio, per il bene della comunità. La Società di oggi, le famiglie in difficoltà, i bimbi, i ragazzi demotivati e talvolta “difficili” necessitano di raccordi sul territorio di alta responsabilità e competenza.
Tutta queste richieste sono state riversate sui dirigenti ( che devono supplire, inoltre, alla mancanza cronica di dirigenti su posti vacanti ) e specialmente sul corpo docente e sulle loro competenze e abilità.
Eppure, a questo enorme macrocosmo di immense responsabilità a breve e a lungo tempo, è stato assegnato un ulteriore compito che è innaturale e in opposizione al suo fine ultimo che è quello di partire dall’INDIVIDUO, valorizzando le POTENZIALITA’ e supportando il discente nelle sue criticità di tipo apprenditive, sociali, culturali per una giusta formazione dell’Uomo e del Cittadino partecipante della Vita pubblica..
Infatti, alla scuola è stato chiesto di “controllare” che i bimbi siano “CONFORMI”, per poi trasmettere le dichiarazioni e le certificazioni alla asl, senza alcun riguardo per i Dati sensibili e personali, con pena l’esclusione dalla scuola dell’Infanzia così come la perdita conseguente dell’iscrizione a scuola.
A parte il trauma di bimbi SANI, “messi fuori” da scuola perché NON CONFORMI, è evidente la palese ingiustizia nell’impedire l’esperienza formativo- educatica, il rapporto umano e relazionale con il gruppo classe, fondamentale per l’armonioso sviluppo del bambino in età evolutiva.
La scuola, i dirigenti e gli insegnanti devono occuparsi di didattica, valorizzando le POTENZIALITA’ e supportando il discente nelle sue criticità di tipo apprenditive, sociali, culturali nel rispetto intrinseco della Vita

L’abolizione della Legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale permetterebbe un recupero delle competenze e della dignità dell’alunno quale prima cellula della futura società, da rispettare nella sua integrità, differenza e unicità. I figli appartengono alla Vita e i genitori ne sono custodi nella società fino alla maggiore età giuridicamente e per sempre affettivamente e secondo il legame relazionale che saranno riusciti a costruire negli anni. Lo Stato può consigliare, indicare, sostenere e ribadire TUTTO ciò che è di sua competenza, con dati verificabili e chiari, ma è e sarà sempre il singolo che dovrà SCEGLIERE per sé e per la sua vita.
Al netto delle differenze culturali riteniamo che sia indispensabile e non più prorogabile un’ottimizzazione dei programmi scolastici e una deburocratizzazione della stessa per la valorizzazione anche economica dei docenti secondo i loro talenti.
Buona pratica sarebbe il confronto con le realtà educative più avanzate e significative come quella finlandese o Coreana attraverso scambi culturali .
Per tali ragioni i principali punti programmatici relativi ai processi di miglioramento della scuola sono:

  • Ottimizzazione dei contenuti programmatici volti all’essenzialità del sapere , puntando sulla capacità critica e del ragionamento dei discenti. Ciò porterebbe finalmente al miglioramento nelle materie scientifiche che da anni risultano essere una delle nostre più grandi criticità a fronte di 1000 progetti e PON attivati.
  • Deburocratizzione del lavoro dell’insegnante. Esso non attiene alla standardizzazione degli apprendimenti per statistiche con significato meritorio (se il “Prodotto” è CONFORME alle aspettative). La risultante del lavoro dei docenti va calibrata tenendo conto del territorio, dell’individualità e delle unicità del processo educativo degli alunni in crescita. Il principale lavoro dell’insegnante è attivare capacità di pensiero, veicolare apprendimenti utili alla Libertà di pensiero critico e significativo.
  • Rapporto insegnante di sostegno e disabile 1/1 con una rete territoriale che permetta sinergie riabilitativo-scolastiche concordate, con progetti che seguano con pari dignità il percorso di socializzazione e accompagnamento a vita dell’alunno disabile alla fine del suo percorso scolastico.
  • Rimodulazione dei tempi di apprendimento casalingo che contemplino l’espressione delle diversità apprenditive, degli interessi extracurriculari (Sport, danza,musica,canto,terapie ecc), della Famiglia che merita un tempo sereno e la possibilità di relazionarsi ed aiutarsi nei vari momenti della Vita .